Le dimissioni di Zironelli sono una sconfitta per tutti

Mauro Zironelli

L’abbandono del tecnico ha svelato le ipocrisie e gli errori di questa stagione, rivelando la frattura tra guida tecnica e societaria


Col senno di poi è sempre facile spiegarsi le cose. Elencare i sintomi, le suggestioni, le prove che tutto questo era soltanto questione di tempo. Trovare una spiegazione negli atteggiamenti in campo e fuori, nelle mezze risposte, nelle cose dette e soprattutto nelle cose non dette. Col senno di poi è sempre facile, facilissimo, ma in questo caso la risposta è così evidente da lasciare poco spazio anche alle interpretazioni.

Quattro mesi fa Montero veniva esonerato alla settima giornata di un campionato non esaltante ma nemmeno catastrofico, in netto contrasto con i discorsi e i progetti estivi, tenuti in piedi fino a due giorni prima. Nelle ultime settimane le parole del tecnico uruguaiano insistevano spesso sulla costruzione della rosa, sul suo adattarsi al materiale a disposizione, come a prendere le distanze da una squadra che non sembrava sentire totalmente sua. Un discorso tornato nelle parole di Zironelli, che nelle ultime settimane – mentre il calciomercato andava avanti – ha più volte ha evidenziato la necessità di adattarsi. Prima della partita col Fano, a precisa domanda, Zironelli ha risposto che del mercato avrebbero dovuto rispondere presidente e direttore, ovvero «chi l’ha fatto».

Mauro zironelli

Parole scarne ma significative, che risuonavano nel vuoto di una società molto attenta a comunicare alcune cose, ma altrettanto reticente a spiegarne altre. Durante questo calciomercato, mentre si coltivava il sogno Schelotto, la squadra ha iniziato a perdere pezzi: Shaka Mawuli, infortunatosi fino a fine stagione; Rocchi e Malotti, ceduti in prestito; Masini e Nocciolini, rimandati alle squadre di appartenenza. Partenze annunciate quasi di sfuggita, con qualche riga di comunicato o in fondo ad altri post. Alcuni di questi erano seconde linee, altri sono stati punti fissi fino all’ultima partita. Scelte in certi casi controintuitive, che in mancanza di comunicazioni ufficiali sono state spiegate con retroscena di ogni genere, anche i più assurdi.

Al loro posto sono arrivati Rossi, Fazzi, Lombardo e Padovan, giocatori sicuramente utili, sicuramente validi, ma appena sufficienti a livello numerico. Il calciomercato doveva servire alla Sambenedettese per rinforzarsi, ma invece di aggiungere la società si è limitata a sostituire. A Vera Tv il presidente si è detto sorpreso delle dimissioni di Zironelli, aggiungendo che tutte le scelte erano condivise, ma viene da chiedersi se questa sia malizia o soltanto ingenuità. In entrambi i casi resta difficile conciliare queste parole con quelle ripetute a più riprese dal tecnico, che negli ultimi giorni ha difeso ed elogiato giocatori partiti o che stavano per partire, aggiungendo poco o nulla sui nuovi.

Se tutte le scelte sono state condivise, viene da chiedersi perché Zironelli abbia richiesto un giocatore dalle caratteristiche di Padovan, che nel ruolo è adattato al pari di Nocciolini; perché abbia scelto di far venire Rossi, salvo affermare che non l’ha mai visto; perché abbia acconsentito di rimandare a Genoa Masini, a cui diceva si sarebbe dovuta dedicare una statua. Se tutte le scelte sono state condivise, infine, viene da chiedersi da dove venga tutto il nervosismo dell’ultimo mese, a partire dalla conferenza stampa dopo la partita contro la Feralpi, in cui aveva sbottato contro le tante voci che erano uscite.

Due giorni dopo quella conferenza sono arrivati gli esoneri di Colantuono e Fusco, due dei cardini del progetto Sambenedettese, e anche stavolta le spiegazioni non sono andate molto oltre al comunicato stampa. Successivamente Serafino ha deciso di sostituite il direttore tecnico ma non il diesse, chiamando Gianni Improta, e gestendo con lui in prima persona il calciomercato. Un calciomercato difeso a spada tratta nell’ultima conferenza stampa, in cui il direttore tecnico se l’è presa con gli arbitri, ha minimizzato il risultato ed elogiato i nuovi arrivi, ma non ha speso neanche una parola per difendere il tecnico o il resto della squadra.

Il paradosso sta non tanto nelle parole, quanto nei dati di fatto: quelli di una partita in cui la Sambenedettese ha dimostrato per l’ennesima volta la mancanza di alternative, dati da una rosa essenzialmente incompleta. Sì è molto parlato della prestazione contro il Fano, e in particolare degli sconcertanti dieci minuti della ripresa, che hanno portato alla rimonta ospite; si è parlato meno della condizione in cui era arrivata la squadra, con diversi titolari fuori condizione, e soltanto due cambi tra centrocampo e attacco. La prestazione è stata insufficiente, ma più che discutere allenatore e giocatori – lo stesso allenatore e gli stessi giocatori che hanno portato la Samb al quinto posto, sopra squadre sulla carta superiori – bisognerebbe riflettere sul modo in cui sono stati condotti gli ultimi mesi, su come è stata cambiata la squadra, e se questi cambiamenti l’abbiano effettivamente rinforzata o indebolita.

Gli spazi in rosa sono limitati, le risorse sono limitate, ma viene da chiedersi perché non siano stati tagliati giocatori rimasti ai margini della squadra, mai utilizzati o praticamente fuori rosa, e si sia invece deciso di togliere titolari o prime alternative. Viene da chiedersi l’opportunità di un acquisto come quello di Ivan Rossi – un giocatore rimasto un anno fermo e attualmente in quarantena – e la scelta di farlo arrivare soltanto l’ultimo giorno di mercato, dopo aver ceduto anche Rocchi, e non aver pensato a nessuna alternativa. Ogni società ha diritto alle sue scelte, ma deve avere la forza e la coerenza di prendersene la responsabilità, senza nascondersi dietro a giustificazioni di certa stampa, glissare alle domande o distogliere l’attenzione.

Nelle ultime ore le dimissioni di Zironelli sono state accolte con una certa rassegnazione, come se fossero la soluzione più logica, e non la testimonianza di un problema di fondo. Alla partenza di Zironelli non si è parlato della gestione del mercato, della composizione della squadra o del rapporto tra società e tecnico, ma solo delle presunte colpe del mister. Parte della stampa ha cavalcato l’onda, sorvolando sui problemi per continuare i soliti attacchi alla classe arbitrale, la solita ridda di potenziali salvatori della patria, i soliti avvilenti panegirici.

Nessuna domanda sulle motivazioni di certe scelte e (soprattutto) certe insistenze, sull’effettiva divisione di responsabilità e compiti, sull’efficacia vera o presunta di certi acquisti. Questa estate la società ha preparato le cose in grande, ragionando e lavorando da grande, ma oltre ai successi fuori dal campo bisognerebbe parlare anche del lato sportivo. Dalle scelte di questa estate – alcune vincenti, altre completamente sbagliate – alle decisioni di questo calciomercato, che hanno portato a questa situazione qui. Fuori dal campo la Sambenedettese ha messo insieme grandi vittorie, ponendo vere e proprie pietre miliari; a livello sportivo ha semplicemente fallito.

Rubén Botta

Ora resta soltanto il rammarico di aver perso un allenatore come Zironelli, un tecnico che nonostante le difficoltà era riuscito a fare sua questa squadra, darle un’identità e un gioco, portarla nelle zone alte della classifica. L’ha fatto con una rosa non adatta, uno stadio forzatamente vuoto e una squadra mai al completo. Chissà come sarebbe andata con ogni cosa al posto giusto. In questo momento il rammarico di tutti è per le partite sbagliate, le sconfitte che si potevano evitare, i pareggi che sembrano sconfitte. Il rammarico di Zironelli, probabilmente, è quello di non aver sentito la fiducia che si aspettava e credeva di meritare, il tempo di costruire la sua squadra e portarla a vincere. Il rammarico, anche, di non aver mai visto il Riviera come lo conosciamo, di non aver mai vissuto la città al massimo, nonostante l’interesse fosse vivo e sincero. Avrebbe potuto continuare, ma Zironelli non è uno che si accontenta, e questa scelta lo dimostra.

Dal canto suo, la società ha accolto questa separazione con una scrollata di spalle, predicando calma e sangue freddo. Come ha detto Serafino, «L’importante è la Samb, la Samb è al centro del progetto». Tutto il resto passa. Ora che l’allenatore è andato, e con lui le incomprensioni delle ultime settimane, presidente e dirigenti possono ripartire dalla squadra che hanno costruito. Prendendosi la responsabilità in prima persona.

14 Comments

14 Comments

  1. Giorgio says:

    Caro dott. Pisani,
    grazie per aver scritto esattamente e con chiarezza quello che il sottoscritto e gran parte dei sambenedettesi pensano.
    Una situazione a dir poco imbarazzante quella creatasi nelle ultime settimane… con un tecnico intelligente, capace e onesto che si è visto privato delle pedine migliori… (leggi Masini, Malotti, Nocciolini, che prima della partenza stavano incidendo significativamente sulla costruzione di un’identità di squadra) e costretto alle dimissioni per manifesta mancanza di organico… (a meno che non si pensi che Lombardo e Padovan siano davvero dei rinforzi…)
    E che dire del ritorno di Montero? Tacciato di mancanza di cattiveria e cacciato dallo stesso presidente che ora gli chiede di trasmettere cattiveria alla squadra… se non fosse realtà sembrerebbe un film di Totò…
    Staremo a vedere sperando che società e presidente vogliano essere più chiari con la tifoseria e non pensino, nonostante l’enormità di cose buone fatte fin qui, di poter prendere in giro i sambenedettesi con finte verità…
    Chi le scrive non vive più da anni a San Benedetto, ma segue da sempre in maniera appassionata le sorti dei rossoblù…

  2. PACO 11 says:

    Nel commento precedente avevo scritto che le persone intelligenti imparano dai propri errori.
    Attualmente, con le dimissioni di Zironelli, tutti i nodi sembrano essere giunti al pettine; tutta la questione riguardante il progetto tecnico ora ha gli elementi per poter essere giudicata obiettivamente come fallimentare.
    Senza dubbio e con buona pace di tutti gli sciocchi che continuano a voler ricercare di partita in partita il capro espiatorio tra tecnici, giocatori e arbitri.
    Ma ciò che più mi preoccupa è l’atteggiamento che continua ad avere la società in merito che è identico a quello proposto precedentemente.
    Sarebbero utili delle spiegazioni sull’operato di alcune situazioni incomprensibili, come minimo.
    Mi dispiace ammetterlo ma se questi sono i presupposti, sono molto pessimista per il futuro: come possiamo pensare di poter fare quel salto di qualità a livello sportivo con questa gestione?

  3. gianburrasca says:

    caro dott. Pisani a mio avviso lei ha scritto incongruenze bizzarre e fantasiose, e dalle stesse fantasiose bizzarrie probabilmente si sente perso in giro.

    Zironelli dal momento in cui ha scelto Lescano titolare ha stabilito che Nocciolini sarebbe stato la sua riserva e siccome Nocciolini non è venuto a fare la riserva per scelta di Zironelli a nessuno se ne è andato.
    Zironelli e credo tutti, abbiamo convenuto che per il suo modulo aveva bisogno di due esterni di centrocampo e due esterni ha avuto. O per essere soddisfatto lei crede che doveva scegliere il calciatore per nome, cognome, età, colore degli occhi e dei capelli? Il normale credo sia la scelta dei ruoli, e sentito l’allenatore poi la società fa le scelte su nome e cognome.

    Poi da ultimo, Lei da Giornalista , come tutti credo, Sa i motivi dell’allontanamento di Colantuono, lo sa ma non lo scrive e non lo dice a nessuno, Ma vuole che a dirlo e a spiegarlo sia il Presidente. Che buffa bizzarria il giornalista che sa ma tace la notizia e la vuole rivelata.

    Poi nessun accenno a quelle che sono le reali difficoltà della stagione che fa capo per la maggior parte all’ex DS da tutti, e credo anche da voi magnificato, responsabile invece di per aver smantellato una difesa abbastanza forte senza essere stato poi in grado di allestirne una nuova competitiva, proseguendo poi il suo scempio scegliendo un allenatore che giocava a tre dopo che lui ne aveva allestita una per giocare con altro modulo.

    Infine non si sente preso in giro dagli arbitri, non si sente preso in giro dal dover descrivere anche da giornalista uno sport in cui le regole non sono le stesse per tutti ma cambiano da domenica a domenica secondo la creatività di giudici di gara scelti e mandati a dirigere le gare. Non ci si indigna e non ci scandalizza con forza per i risultati scaturiti da sbagliate scelte arbitrali perché prevale quel brivido di auto colpevolezza che si doveva giocava meglio, che si doveva correre di più e che giustifica tutto, che è l’equivalente della moglie presa a botte dal marito che non si lamenta e non denuncia per chiedere rispetto perchè pensa che se non metteva troppo sale nell’insalata le botte non le prendeva.

    1. Angelo A. Pisani says:

      Caro Gianburrasca, grazie per la domanda, provo a rispondere con ordine.

      Nocciolini non è mai stato la riserva di Lescano, e a dimostrazione di questo non ci sono ricostruzioni fantasiose, ma il fatto che i due abbiano giocato insieme quasi tutte le partite in cui sono stati a disposizione. Nocciolini è stato titolare in 8 delle ultime 12 gare, e 7 volte su 8 ha giocato insieme a Lescano. Non discuto il merito della cessione – Zironelli ha più volte espresso la sua preferenza per l’assetto con due giocatori sulla trequarti, e lì Nocciolini era adattato – ma la scelta di sostituirlo con Padovan, che si sarebbe dovuto adattare al pari del giocatore che andava a sostituire.

      Sostituire, poi, è un concetto chiave: servivano due esterni e sono arrivati, il problema è che per fare loro posto sono partiti il titolare della fascia destra e il giocatore più utilizzato a sinistra. Non si è aggiunto, come si chiedeva, ma si è sostituito. La domanda che mi faccio è la stessa dell’articolo: perché loro e non altri molto più indietro nelle gerarchie? L’allenatore non deve pretendere di prendere solo e soltanto i suoi “nomi”: sono d’accordo, e infatti non ho detto questo. Mi sono limitato a rivelare l’incongruità tra le parole presidente, che ha parlato di scelte condivise con l’allenatore, e la completa estraneità evidenziata più e più volte dall’allenatore stesso.

      Io non conosco i motivi dell’allontanamento di Colantuono, ho solo sentito voci non verificate e non controllare al pari di tutti. Non voglio dare lezioni a nessuno, ma per come la vedo io il compito di un giornalista non è quello di fare da megafono a ogni voce che gli arriva all’orecchio: non è serio, e qui non abbiamo mai lavorato così. Se hai seguito questo giornale dovresti saperlo anche tu. Quando circolano certe voci ci si aspetta una presa di posizione della società, che in questo caso – come in altri, citati nell’articolo – non è arrivata. Ad oggi non è chiaro se per un tacito assenso, o l’intenzione di non dar peso a speculazioni ridicole.

      Non abbiamo mai “magnificato” l’ex diesse, anzi; spesso, negli ultimi due anni, siamo stati gli unici a discutere le incongruenze di questa rosa, sia con Fedeli che con Serafino. Spesso, negli ultimi due anni, mentre altri parlavano di promozione per titillare le speranze dei tifosi, noi abbiamo rimarcato le lacune di questa squadra, finendo per prenderci insulti sia sotto i nostri articoli che in diretta televisiva. Detto questo, i problemi di questa stagione non sono riconducibili soltanto al diesse, anche perché Fusco ha costruito solo parte della squadra, e non è neanche chiaro se l’allenatore l’abbia effettivamente scelto lui.

      Nell’ultimo paragrafo hai fatto un bel processo alle intenzioni, attribuendomi pensieri e riflessioni che non ho mai scritto – e dire che di articoli ne ho scritti diversi, e come molti mi hanno fatto notare sono anche abbastanza lunghi. Non ti chiedo di leggermi, non ho questa pretesa, quindi ti sintetizzo il mio pensiero qui: gli arbitri sono una parte del gioco, e può capitare che decidano le partite. Questo non deve essere una scusa per addossare ogni problema alla classe arbitrale, glissando sui difetti della squadra, e non deve essere l’espediente con cui spiegare ogni singola partita. Il calcio va al di là degli episodi, e cerchiamo sempre di tenerne conto quando scriviamo gli articoli. Spesso, in questo giornale, sono state difese prestazioni che altri definivano indifendibili, proprio in virtù della prestazione, e ragionando oltre al risultato o all’errore del singolo (arbitro o giocatore che sia).

      Spero di essere stato esaustivo.

  4. PACO 11 says:

    Premesso che siamo tutti tifosi della stessa squadra e che stiamo parlando SOLO della questione di gestione sportiva e NON di tutte le altre situazioni che questa società ha svolto e sta svolgendo in maniera ottimale.
    Premesso che le teorie del complotto sono ridicole e servono solo a giustificare i propri fallimenti.
    E’ mai possibile che non si possa ragionare mai in prospettiva?
    Lo stesso atteggiamento miope che noto in politica: tutti a rincorrere un appiglio per evitare una analisi seria.
    La città di S.B.T è ferma a diversi decenni fa per questo modo di intendere le situazioni.
    Forse non è alla portata di tutti ed è soprattutto difficile approcciarci in determinati modi per risolvere questioni che sono strutturali ma bisogna almeno provare a cambiare metodo di analisi, altrimenti gli errori commessi ora potrebbero esploderci in futuro (come successo altre volte).
    Cerco di spiegarlo “terra terra” tornando al nostro discorso sulla Samb con una semplice domanda rivolta non solo a Giamburrasca ma in generale a tutti gli “illuminati” che scrivono idiozie su un altra testata che per correttezza non nomino.
    Spero leggano e provino a rispondere in cuor loro a questa banale domanda:
    La situazione attuale di questa squadra dal punto di vista sportivo (il 5 posto è il massimo a cui si possa aspirare attualmente) è imputabile agli arbitri e/o tecnico oppure è la risultante di una gestione a dir poco bizzarra costellata da una miriade di errori nella costruzione della squadra e di altre scelte tecniche all’interno di essa?

  5. Pippo says:

    Dott. Pisani continuate pure a scrivere giusto pe scrivere.
    Giornalisti seri indagano invece di screditare un presidente che non avete mai avuto.
    Abbi rispetto per chi spende i suoi soldi…. e permette anche a lei di lavorare…..
    Ancora parlate di Colantuono, di Fusco…. ma veramente pensare che serafino sia un pollo?
    Poi parliamo di calciomercato…. siete capaci di criticare il fatto di aver mandato via n9cciolini e melotti e rocchi+? Roba da matti.
    Il sig. Zironelli fosse stato serio e non legato ai suoi due amichetti avrebbe parlato prima…. Invece di voler tenere d ambrosio.
    Riflettete prima di creare problemi….

    1. Angelo A. Pisani says:

      Pippo, io non lavoro grazie al presidente Serafino, così come non lavoravo grazie al presidente Fedeli e a tutti i presidenti prima di loro. L’opposizione a questa concezione cortigiana del giornalismo è uno dei motivi per cui è nato questo giornale, e nel farlo non ci si guadagna niente, pensa un po’. Se rileggi il pezzo con attenzione vedrai che non c’è una critica alle cessioni di questo o quel giocatore, ma alla mancanza di sostituti (domenica andremo a Mantova con due centrocampisti di ruolo, uno dei quali mai utilizzato) e coordinazione con l’allenatore. La società ha fatto tante cose giuste e lodevoli, più volte evidenziate e citate, ma ha fatto anche degli errori; mettere la testa sotto la sabbia e far finta che non ci siano è ridicolo.

  6. Pippo says:

    Ha piemamente ragione….. Errori ad aver scelto colantuono e fusco….
    La rosa non mi sembra corta anche perché non capita spesso di avere 4 giocatori squalificati.
    Se non sbaglio non mi ha risposto in merito a zironelli…. Secondo lei non sarebbe stato più serio dimettersi durante il calciomercato?
    Comunque su una cosa aveva certamente ragione fedeli….. non sopportava i procuratori.

    1. Angelo A. Pisani says:

      Io non sono nella testa di Zironelli e posso soltanto fare delle ipotesi. Penso che il fattore scatenante, più che il calciomercato, sia stata la conferenza stampa di Improta.

  7. gianburrasca says:

    Caro Angelo ho simpatia e stima per te, sei giovane e ammiro la tua intraprendenza, faccio il tifo per i giovani affinché rivitalizzino in maniera rampante una stampa sportiva stagionata, sedentaria, seduta comoda dietro la scrivania in attesa della notizietta per riempire la paginetta. Ma i giovani d’impulso possono anche commettere piccoli errori.

    Tra le righe quello che volevo dire nel post precedente è che appellarsi alle sensazioni della presa in giro è populismo che parla alla pancia della tifoseria più profonda, quella meno avvezza a posare ragionamenti su basi solide, e che discute al bar e che spesso è lontana da atteggiamenti costruttivi.

    Nel merito delle questioni ognuno ha le sue opinioni, le mie fondano sul fatto che Zironelli poco prima degli esoneri dei dg a precisa domanda rispose “ si ho scelto Lescano è il titolare.” Poi nell’ultima intervista mi pare ha detto più o meno, A Noccilini in queste ultime partite ho dato continuità ma non è servito per farlo restare.

    L’allontanamento di due esterni, il presidente ha spiegato che per la costruzione del suo progetto non vuole avere l’obbligo alla valorizzazione di calciatori in prestito ma vuole giocatori di proprietà, si può dunque condividere o meno ma sulla programmazione non è certo l’allenatore che deve dettare legge. E per poter aggiunge, ripeto poter e non voler è necessario liberare le caselle.

    Le voci sull’allontanamento di Colantuono, chi ritiene sia sportivamente importante va, verifica, cerca, appura l’esattezza delle voci o le smentisce, in mancanza di questo resta un fatto personale tra datore di lavoro e dipendente che resta affari loro.

    Un DS si assume le scelte, se non le ha fatte lui le ha condivise ed è uguale, se le ha subite non ha fatto il suo mestiere ma ha fatto il signor si che è anch’esso un mestiere ma di un altro tipo. Le scelte fatte dal DS sono state grevemente sbagliate e dopo tale scelte solo pezze su pezze con la difficoltà di svuotare caselle piene per aggiungere…..

    Gli arbitri fanno parte del gioco. “Gli ufficiali di gara svolgono le proprie funzioni con lealtà sportiva, in osservanza dei principi di terzietà, imparzialità e indipendenza di giudizio.” Questo principio non è una giustificazione ma la base solida in cui poggia tutto lo sport. Poi è chiaro che si debba pretendere di fare meglio, ma è anche chiaro che devi fare meglio per battere sempre e solo il tuo avversario e non per battere ance l’arbitro che favorisce il tuo avversario.

    Angelo vediamo le stesse cose con occhi diversi entrambi nella piena legittimità. Altro è aggiungere le proprie sensazioni alle opinioni.

    1. Angelo A. Pisani says:

      Le mie sensazioni e le mie opinioni sono espresse in quanto tali, e non vengono spacciate per verità inappuntabili. Questo articolo cerca di mettere insieme le cose che sono successe, approfondirle e dare loro una chiave di lettura. Che è personale, ovviamente, perché è un pezzo di opinione e non la battitura di una notizia. Populismo è dare sempre tutte le colpe all’allenatore (o il diesse, o il giocatore x, o gli arbitri) e non ragionare mai sui problemi della squadra; populismo è dire ogni anno che la squadra può puntare alla promozione, e quando non ci si arriva dare la colpa ad altri, o rigirare la frittata facendo fine di niente.

      Della questione Colantuono non mi sono interessato, perché seguo il calcio e non il gossip. La cosa rilevante, e quella di cui mi interesso, è la scelta di sollevare un direttore tecnico che aveva cinque anni di contratto senza spiegazioni (anche di facciata); stesso discorso col diesse. Non discuto nel merito delle scelte, ho solo fatto notare che sono state accompagnate dal silenzio. Se vogliamo credere che la colonia argentina (buona parte della quale passata da Bangor) sia stata portata da Fusco possiamo anche farlo, e possiamo anche dire che sono arrivati meno giocatori perché non si è potuto cedere i giocatori di Fusco (non capisco quali, visto che uno è fuori squadra e buona parte degli altri sono partiti). In ogni caso io non mi sono espresso su questo, ma sulla scelta di fare andare via giocatori nel giro di titolari e tenere in squadra altri che erano ai margini.

      Poi, caro Gianburrasca, le tue opinioni sulla Samb sono legittime, e non ho mai detto il contrario; le tue opinioni sulle reali intenzioni del mio pezzo e la mia professionalità, invece, no.

  8. Pippo says:

    Scusate
    …. Lascio perdere si capisce bene che volete evitare il discorso.
    Un allenatore che pretende di far restare d ambrosio….. e poi se ne va
    Un direttore sportivo che fa fuori rapisarda, gimigmani e miceli…….
    Se non volete capire…… allora buonanotte
    Aveva ragione Fedeli….. I procuratori la rovina del calcio, dal settore giovanile i su

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