In direzione ostinata e contraria: l’esempio del Ravenna

Ravenna Fc

Il percorso virtuoso seguito dal Ravenna si distingue dalla maggior parte delle società di Serie C


In una Serie C dove la prospettiva a lungo termine è utopia,  il modello del proprietario unico è imperante e l’unica ricetta conosciuta per superare i momenti di difficoltà pare essere l’esonero dell’allenatore, il Ravenna si erge come uno scoglio che si oppone con fierezza alle onde del mare (di errori) del calcio italiano.

Una squadra, una città

La squadra romagnola è uno dei tanti esempi di società ripartite dal basso dopo il crack economico: l’amministrazione comunale opta per la soluzione interna, chiamando a raccolta imprenditori, professionisti e personaggi noti nel mondo del calcio ravennate.  L’attuale presidente giallorosso Alessandro Brunelli è partito con il ruolo di direttore sportivo, prima di arrivare al vertice della società. In una recente intervista al sito gianlucadimarzio.com, Benelli ha ammesso: “Siamo partiti dalla Promozione, oggi siamo in terza serie e per giunta dopo aver vinto un campionato, l’anno scorso, nel quale a quattro turni dalla fine eravamo addirittura quarti in classifica…È giusto essere ambiziosi, ma nei limiti del possibile. Noi alle spalle non abbiamo magnati. Le risorse sono le nostre, di questo gruppo di professionisti: imprenditori, avvocati, ex calciatori ravennati che hanno deciso di dare un contributo, per amore, alla propria città. Quindi non possiamo assolutamente permetterci di sperperare o di spendere più di quanto possiamo. Questo è il nostro credo, inderogabile”.

Il modello-Cooperativa

Il Ravenna compie la scalata dalla Promozione alla Serie C con una società-cooperativa composta da circa 450 soci, ognuno dei quali versa il proprio contributo a seconda delle possibilità economiche. La squadra di calcio si inserisce così nel tessuto economico della città: non un “peso” per la comunità, ma uno spazio d’inclusione sociale e culturale aperta a tutti e che si pone come primo obiettivo quello della ricostruzione del settore giovanile.

L’ingresso nel mondo del professionismo cambia solo relativamente la vita del Ravenna Calcio: si passa alla formula della società per azioni, composta da 120 soci. Il socio di maggioranza, però, resta la Cooperativa che ha trainato il calcio giallorosso negli ultimi anni. “Dobbiamo strutturarci e crescere, con i nostri tempi e con le nostre risorse – aggiunge il Presidente Brunelli – Mi piace pensare che il Ravenna Fc sia come un mosaico bizantino, un tassello dopo l’altro… vorrei un giorno che, calcisticamente e anche sportivamente parlando, Ravenna tornasse ad essere a capo dell’Impero”.

Una salvezza nel segno della continuità

Dopo aver vinto il campionato di D, il Ravenna ha scelto di riaffacciarsi nel mondo del professionismo nel segno della continuità. Fiducia a una parte della rosa vincitrice del girone D e conferma per mister Mauro Antonioli, il trascinatore dei giallorossi. Il campionato dei romagnoli, come previsto, si rivela tutt’altro che facile ma la società non smette nemmeno per un secondo di dare fiducia alla rosa e allo staff tecnico. Mentre nel resto del girone B cadono teste di allenatori come se piovesse, Mauro Antonioli può proseguire nel suo percorso con la giusta serenità.

Al giro di boa il Ravenna è nel pieno della lotta per non retrocedere e la società opta per pochi, ma importanti innesti. Oltre allo scambio Costantini-Severini con la Juve Stabia, i giallorossi acquistano solo 3 giocatori. A centrocampo ecco Youssef Maleh, mediano proveniente dal Cesena, e Simone Palermo, classe 1988 reduce da tre stagioni in B con la maglia della Virtus Entella. A loro si aggiunge l’attaccante Adriano Marzeglia, vecchia conoscenza rossoblu che si è diviso tra C e D con Piacenza e Rezzato. I nuovi arrivati non vanno a intaccare gli equilibri all’interno dello spogliatoio ravennate né i piani di gioco di mister Antonioli.

La recente striscia di 4 vittorie consecutive, nel nome di bomber De Sena,  ha permesso al Ravenna di distanziarsi in maniera importante dai bassifondi della classifica. Incredibile ma vero, dopo aver lottato ininterrottamente per la salvezza ora i romagnoli si trovano ad appena 3 punti dalla zona playoff, con una gara in meno rispetto al Renate decimo in classifica. Dovesse finire così, i giallorossi potrebbero festeggiare un’altra stagione ricca di soddisfazioni, raccogliendo i frutti della programmazione iniziata 6 anni fa. La storia recente di questa società insegna che un altro modo di fare calcio, anche nelle sabbie mobili della terza divisione italiana, è davvero possibile.

No comments

Commenta