Samb, Montero presenta la stagione: “Giocare per vincere non mi spaventa”

Paolo Montero

La conferenza stampa di Paolo Montero, a pochi giorni dall’inizio della nuova stagione dei rossoblu


Fino a pochi mesi fa il futuro di Montero sembrava lontano da San Benedetto: con la partenza ormai certa di Fedeli, a cui il tecnico aveva legato la sua permanenza, e le suggestioni dalla Serie B, con l’offerta del Brescia, il tecnico uruguaiano sembrava ormai con le valigie in mano. L’arrivo di Serafino ha sparigliato le carte in tavola, convincendo il tecnico ad abbracciare un progetto che si presenta molto ambizioso. Nel giro di pochi giorni la Sambenedettese ha ufficializzato diversi arrivi importanti − su tutti quello di Maxi Lopez, che arriverà a San Benedetto in settimana − e trovato lo spazio per il nuovo centro sportivo, a Stella di Monsampolo.

L’ultima uscita ufficiale di Montero è stata quella del 30 giugno, dopo il playoff col Padova, e sembrava quasi un saluto; il tecnico torna ai microfoni (da remoto) un mese e mezzo dopo, ma sembra già passata una vita. Tra meno di una settimana la Sambenedettese tornerà al lavoro (il ritiro inizierà il 17, e ci saranno sia Ruben Botta che Maxi Lopez), in attesa di capire come completare una rosa che già sembra migliore di quella dell’anno scorso.

La prima domanda non può che essere sulle aspettative intorno a questa squadra. Il tecnico non si nasconde: «Io sono tranquillo, le responsabilità mi sono sempre piaciute. Il presidente e Pietro (il diesse Fusco, ndr) stanno facendo un grande lavoro. Siamo partiti con i test, speriamo di iniziare a lavorare presto con i nuovi giocatori».

Dal punto di vista tattico, l’allenatore rossoblu resta possibilista: «Non abbiamo parlato di un sistema in particolare. Con questo regolamento nuovo, che permette di avere 22 giocatori di una certa età e poi tutti under 21, ci ha spinto a prendere giocatori che sappiano fare diversi ruoli. Ad esempio, uno come Bacio Terracino può giocare come esterno e seconda punta, e abbiamo bisogno di profili del genere. I sistemi possono essere diversi: il 4-4-2 con Nocciolini e Maxi Lopez davanti, ma anche altre soluzioni: l’importante è come si occupa lo spazio».

Il calciomercato

Sul mercato c’è ancora molto da fare, soprattutto a centrocampo, dove la partenza di Gelonese e le lungaggini per riportare Frediani e Angiulli a San Benedetto hanno lasciato il reparto scoperto. «Al momento mancano i centrocampisti; quest’anno Ruben Botta ha giocato in Argentina da numero 10, da trequartista, manca qualcuno che giochi più dietro. C’è un mercato lunghissimo, finirà il 4 ottobre, e nelle ultime settimane potremmo trovare liberi dei profili importanti. Dobbiamo scegliere i profili giusti, perché è un reparto fondamentale». Le caratteristiche sono ben delineate: «A centrocampo, come in difesa, cerchiamo giocatori con buone qualità tecniche, agili, che sappiano fare più di un ruolo; la rosa sarà numericamente più corta, e bisognerà avere profili più duttili».

Davanti il reparto è ben delineato, in particolare con gli arrivi di Nocciolini e Maxi Lopez, che daranno più soluzioni offensive: «Con giocatori come Maxi e Nocciolini si può variare: sono due punte forti fisicamente, che sanno interpretare bene gli spazi e tenere alto il pallone; con due così si può fare gioco di posizione, ma si può anche giocare in modo diretto e cercare la palla avanti se ci pressano. Dovremo anche essere bravi a sfruttare i cross in mezzo, perché avremo due giocatori molto bravi nel gioco aereo. Nel calcio moderno se non porti almeno quattro giocatori in area fai fatica a fare gol, bisogna migliorare».

L’arrivo di Maxi, gli obiettivi

Su Maxi Lopez le aspettative sono molto alte, e Montero non lo nasconde: «In Uruguay e in Argentina ci conosciamo tutti: di Maxi ho sempre sentito parlare bene, che è un bravo ragazzo, e sono molto fiducioso. Mi aspetto i gol, ovviamente, ma anche l’atteggiamento giusto: dentro al campo e dentro lo spogliatoio. La gestione fisica non sarà un problema: a una certa età serve più tempo per recuperare, ma staremo attenti. A me piace avere un rapporto diretto coi giocatori: Maxi è un calciatore esperto, conosce il suo fisico, saprà gestirsi».

Il suo arrivo ha portato molte attenzioni sulla Samb, che in questo momento è stata inserita nella cerchia di squadre che proveranno il salto verso la B. Montero non nasconde di puntare in alto: «Giocare con la responsabilità di vincere è positivo. La cosa più difficile è giocare per vincere, essere protagonisti, quando hai addosso gli occhi non solo della tua squadra ma di tutti gli altri. Non è semplice, ci vuole qualcosa in più. A me non dispiace avere questa responsabilità, ma i punti si guadagnano sul campo, non con i nomi; dobbiamo iniziare a lavorare da oggi per questi obiettivi».

Cosa bisognerà cambiare

Per arrivare a competere serve un salto di qualità da parte di tutti, allenatore in primis. Montero si è detto pronto alla sfida: «Con tutti gli sbagli che ho commesso, penso di aver imparato delle lezioni. In Serie C c’è una realtà fondamentale: tutte le squadre importanti, in tutti i gironi, giocano con due punte. Non significa che giocheremo necessariamente con due attaccanti, ma quest’anno deve essere una soluzione a disposizione. In alcuni campi che ho visto quest’anno non si può provare a giocare da dietro, e in quei casi bisognerà avere l’alternativa di giocare in modo diretto. Ci saranno sicuramente dei cambiamenti, anche a seconda della partita, ma il nostro stile resterà sempre lo stesso».

Nei suoi momenti più brillanti la Samb è stata una squadra capace di difendersi in avanti, tenendo il baricentro e il possesso del pallone; in altri momenti, però, la squadra ha avuto difficoltà tali da dover rinunciare ai suoi principi. È mancato equilibrio, per le difficoltà della rosa e degli errori di gestione. Quest’anno Montero non vuole lasciare nulla al caso: «Lo scorso anno abbiamo preso più gol con la squadra schierata che quando andava in avanti e faceva le marcature preventive. Dovremo migliorare su questi aspetti, sicuramente».

Cambierà anche la ripartizione del lavoro: «L’anno scorso si lavorava un 20-30% del tempo a livello difensivo e il resto a livello offensivo, che secondo me è la cosa più difficile; ma per questa stagione ho deciso di equilibrare meglio il lavoro, perché ci sono cose da mettere a posto. In tante situazioni abbiamo preso gol per colpa mia, perché chiedevo ai giocatori di uscire palla al piede con giocate rischiose; bisogna migliorare tanto quello, ma l’idea di base è sempre la stessa».

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