Dopo tanti incroci, avvicinamenti e distacchi, Giuseppe Magi arriva sulla panchina rossoblu
Qualche giorno fa ho chiesto a Magi perché avrei dovuto scegliere lui. Mi ha risposto “Per l’entusiasmo.”
Giugno 2012. La sala stampa di Pesaro è piccola e senza finestre. Leandro Leonardi (direttore della Vis) sta presentando Giuseppe Magi, promosso in prima squadra dopo l’eccellente annata alla juniores.
Una scelta rischiosa, che inizialmente aveva visto la resistenza dello stesso Magi, che allenava da appena tre anni e aveva smesso di giocare da cinque. Appese le scarpe al chiodo a 36 anni, l’ultimo pensiero di “Peppe” era quello di restare a lavorare nel calcio (manterrà il lavoro da operatore ecologico per diversi anni, compreso il suo primo in Serie D). Quando arriva la proposta della dirigenza pesarese, il tecnico non riesce a dire di no. Dopotutto, ela squadra della sua città.
Al suo primo anno da allenatore Magi guida la Vis nella migliore stagione degli ultimi dieci anni, chiusa con il quinto posto in classifica; tra i risultati ricordiamo anche lo scalpo fatto alla Sambenedettese, battuta 2 a 0 al Benelli. Dopo sei anni, il ricordo di quella partita è ancora vivo: in quel momento la squadra di Palladini era impegnata in un intenso inseguimento al San Cesareo, incosciente del destino farsesco riservato per l’estate successiva, chiusa con l’ennesimo fallimento.
La prima vittoria di Magi contro la Sambenedettese (già messa in soggezione nella gara di andata, almeno per i primi 45 minuti) nasconde i caratteri e l’idea di calcio del futuro tecnico rossoblu. I biancorossi giocano con un 4-3-3 molto organizzato e impositivo, appoggiato a un centrocampo in cui le mezzali sono Torelli e Ridolfi, due 17enni promossi dalla juniores.
Il gol del vantaggio sulla Sambenedettese viene segnato proprio da Ridolfi, che segna con un’azione strepitosa. Il centrocampista passerà per Carpi e Santarcangelo, si beccherà 8 mesi di squalifica e rifiuterà la Samb per riconquistare la Serie C con la sua Vis, due anni dopo).
Tre cose: la fragilità della Samb, stremata da una rincorsa terribile; giropalla della Vis Pesaro, che torna indietro per disordinare la pressione avversaria e aprire alla percussione; la sfacciata bravura di Ridolfi, uno che avrebbe meritato tuttaltutt carriera
Strade parallele
L’anno successivo è quello della conferma per Magi, che arriva sesto con la Vis Pesaro e si guadagna la chiamata della Maceratese. Nel frattempo la Sambenedettese domina e vince il campionato di Eccellenza, tornando nella Serie D vinta due anni prima. Per la nuova stagione la squadra decide di puntare alla promozione diretta, citata per la prima volta durante la presentazione del nuovo socio Longo (presentatosi con grandi proclama, e scomparso nel giro di pochi giorni).
Il presidente Moneti accoglie in società Bucci, ma la stagione – travagliata dal punto di vista societario – non decolla neanche dal punto di vista sportivo: la squadra guidata da Mosconi si incaglia in una serie di risultati negativi, acuiti da un’avversaria che continua a non perdere un colpo.
La squadra in questione è la Maceratese guidata da Magi, che vince il campionato da imbattuta, mettendo insieme 78 punti in 34 partite (22 vittorie, 12 pareggi). Il tecnico mette in piedi una squadra solidissima difensivamente (22 gol subiti in tutto il campionato), ma capace di giocare un calcio elegante e impositivo. Non sbaglia una partita, domina tutti gli scontri diretti e nel girone di ritorno fa finire il portiere della Samb a Paperissima. Durante la festa promozione il tecnico è uno dei più festeggiati, al punto che per un giorno Piazza Giuseppe Garibaldi, al centro di Macerata, diventa Piazza Giuseppe Magi.
In estate le strade si separano. Una scelta del tecnico, come ribadito a più riprese nel comunicato stampa che ne sancisce l’addio. Nelle settimane successive il tecnico riceve una chiamata da Moneti, ma non se ne farà nulla: da lì a poco il presidente cede la società a Fedeli, e Magi firma col Gubbio, in Serie D.
Il tecnico pesarese porta con sé sei giocatori avuti a Macerata (Marini, Romano, Croce, Ferri Marini, Cordova, Petti), dimostrando che il motivo della partenza non era una mancanza di fedeltà alla squadra; semmai, un eccesso di fedeltà ai giocatori. Con gli eugubini Magi ha un inizio abbastanza complicato: al giro di boa la squadra è al settimo posto, con 8 vittorie, 4 pareggi e 5 sconfitte. La società conferma la sua fiducia, e viene ricompensata da un girone di ritorno incredibile, con 15 vittorie in 17 gare.
La stagione del Gubbio è un esempio perfetto di come debba funzionare il rapporto con Magi: il tecnico ha bisogno di tempo e fiducia, per funzionare; ma poi funziona. LannoL successivo, in Lega Pro, il Gubbio ha alcuni passaggi a vuoto (compreso uno 0-6 col Teramo), ma la società resta compatta al fianco di Magi, che chiude la stagione con un ottimo sesto posto in classifica. Due punti sopra la Sambenedettese, nonostante le due sconfitte negli scontri diretti.
Gli incroci
Gli incontri con la Samb caratterizzeranno tutta la stagione del Gubbio, che ha un primo assaggio dei rossoblu nel maggio prima del campionato, durante la poule scudetto. Una partita con ritmi molto bassi, ma utile ad anticipare i caratteri delle future sfide: gli umbri cercano di controllare il possesso per liberare spazi, i sambenedettesi coprono guardinghi e attaccano appena hanno l’opportunità.
Il Gubbio scambia corto per attirare gli avversari e liberare spazi in verticale: palla a terra, quando possibile
Gli umbri vincono 1 a 0 nella poule scudetto, e pochi mesi dopo si ripetono anche in Coppa Italia, nella partita che inaugura l’esordio di entrambe in Lega Pro. La prima sfida in campionato arriva poche settimane dopo, e stavolta vincono gli uomini di Palladini.
Nel corso dell’annata ci saranno quattro sfide, utili a confermare i caratteri profondamente diversi delle due compagini. È un leitmotiv che torna sempre: le squadre di Magi sono misurate e attente, lente ma impositive. Nel corso degli anni (nonostante i tanti cambiamenti) la Sambenedettese mantiene invece un’identità intensa e burrascosa, che viaggia a fiammate.
Le veementi proteste di Titone e Ianni, la pazza rincorsa di Fulop per riprendere un pallone ancora in gioco, la foga di Sorrentino al Barbetti, la prima (splendida) rete di Vallocchia in Lega Pro: alcuni tra i momenti più pazzi della Sambenedettese sono arrivati quando Magi era avversario, come a fare da contrasto al tecnico pesarese, sereno e sorridente anche nei momenti difficili.
L’ultima da avversari
Lo si è visto anche nell’ultimo scontro diretto, quel Samb-Bassano giocato lo scorso novembre. Sei mesi prima il tecnico aveva sfiorato (ancora) l’arrivo alla Sambenedettese, accettando poi l’ambizioso progetto del Bassano. I rossoblu ripiegano poi su Moriero, macinato ed “espulso” dal tritacarne rossoblu giusto in tempo per perdersi lo scontro diretto. La Sambenedettese è appena passata nelle mani di Ezio Capuano, che pochi giorni prima aveva esordito (con vittoria) sul campo del Ravenna e aveva preannunciato una squadra “agguerrita, cattiva, ignorante”, pronta ad affrontare quello che ritiene “un leone ferito”.
La squadra di Magi non se la passa bene, in effetti: dopo un grande inizio i giallorossi sono incappati in una crisi abbastanza pesante, che dura da quattro partite e finirà per portare all’esonero del tecnico pesarese, due settimane dopo.
La partita del Riviera è il suo canto del cigno: la squadra gioca con un 3-4-1-2 organizzato ed intelligente, pressa bene la costruzione avversaria e riesce a trovare spazi ai fianchi del blocco compatto dei rossoblu. Nel secondo tempo Capuano cambia la squadra e trame di gioco, Magi se ne accorge e riesce a tenere in sicurezza il pareggio.
Nel post partita la Samb è già una polveriera: il pareggio “delittuoso” (parole del presidente) spinge alle critiche verso attaccanti e allenatore, trovando la risposta piccata di un Capuano ancora lontano dalle guerre di nervi di fine stagione. Dall’altra parte Magi sorride: si dice dispiaciuto per il rendimento ma soddisfatto della prestazione, loda gli avversari e ringrazia il presidente Rosso per la fiducia. Ancora una volta, isteria contro misura, critiche contro ringraziamenti, nervosismo contro tranquillità.
Finalmente insieme
Dopo tanti incroci, avvicinamenti e parallelismi, il pianeta Magi è entrato nella galassia Samb. Una unione così anticipata da sembrare quasi banale, nonostante un avvicinamento faticoso e tante possibili insidie. Nel marasma del girone assistiamo all’incontro tra uno dei tecnici più misurati e una delle piazze più turbolente, nell’ambizioso tentativo di portare a una sintesi. Sarà un passo importante per entrambi: le incognite sono tante, ma se il matrimonio riuscirà potranno uscirne entrambi più forti. E magari vincenti.